Demand response, nuove aste per i servizi di dispacciamento energetico

Nuove aste nel mercato del Demand Response per i servizi di dispacciamento energetico aperti alle imprese grazie al Balance Service Provider e al progetto UVAM

Al via le nuove aste di Terna, l’operatore di rete nazionale, per l’approvvigionamento di energia di bilanciamento da dispacciamento tramite il ricorso alle cosiddette unità virtuali (UVAM). Con l’innovativo servizio, denominato Demand Response, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente ha dunque aperto il mercato dei servizi di dispacciamento ai consumatori commerciali e industriali. Il progetto, regolamentato da ARERA, prevede il coinvolgimento di un aggregatore (BSP, Balance Service Provider) in grado di riunire le imprese che, dietro compenso, mettono a disposizione la propria produzione di energie rinnovabili, consumo e accumulo di energia, contribuendo a mantenere la stabilità e l’affidabilità della rete.

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Il crescente ricorso alle energie rinnovabili - per loro natura non programmabili - e la progressiva elettrificazione dei consumi stanno determinando notevoli criticità al sistema elettrico nel suo complesso. Tutta questa complessità deve essere dunque governata, per evitare disservizi alla fornitura elettrica per famiglie e imprese garantendo al contempo alla rete una certa stabilità e flessibilità a fronte di una progressiva decarbonizzazione del mix energetico.

Aste di assegnazione

La procedura, pubblicata sul sito del gestore di rete, evidenzia che il quantitativo disponibile ammonta a 1.000 MW per il periodo maggio – dicembre 2021. Le Aree di Assegnazione sono due: la A, che corrisponde alle zone di mercato Nord e Centro-Nord e la B, di cui fanno parte Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia e Sardegna. Terna ha intanto pubblicato gli esiti dell’asta per marzo, effettuata con le vecchie regole. Dei 1.000 MW offerti ne sono stati assegnati 926,8 MW, di cui 769 MW nell’Area A (prezzo medio ponderato di 23.184,2 €/MW/anno) e 157,8 MW nell’Area B (24.058,7 €/MW/anno).

BSP, opportunità per le aziende

BSP sta per Balancing Service Provider: si tratta di un aggregatore che riunisce un certo numero di risorse messe a disposizione dalle aziende e offre all’operatore di rete servizi in maniera unitaria. Se lo scopo dell’Autorità per l’energia è quello di assicurare in ogni momento il bilanciamento tra produzione e consumi di energia elettrica e garantire in tal modo forniture sicure, costanti e affidabili alle aziende, il nuovo meccanismo apre nuove possibilità, prevedendo una remunerazione in cambio della loro disponibilità a modulare i consumi o ad aumentare la produzione energetica per un breve lasso di tempo, su richiesta degli aggregatori della domanda che gestiscono le disponibilità al servizio e i flussi di energia. 

A seguito delle aste, a dicembre 2021 risultavano assegnatari di capacità 17 diversi BSP, responsabili delle prestazioni dei servizi negoziati sul mercato dei servizi. 

Le aziende che stanno investendo in questo promettente segmento di mercato innovativo dell’energia sono diverse: tra di esse, Flexcity Veolia di Siram Veolia supporta gli imprenditori nell’individuazione della flessibilità e si occupa delle questioni operative atte all’abilitazione. Come? Identificando il potenziale della flessibilità elettrica delle imprese, un lavoro che parte dalla valorizzazione della flessibilità senza influire sulla attività lavorativa, adattandolo ai requisiti tecnici e su diversi servizi ai migliori prezzi e su base giornaliera, garantendo la ricezione delle retribuzioni e il follow-up degli sviluppi normativi.

a cura della redazione di e-gazette

UVAM: cosa sono?

UVAM sta per Unità Virtuali Abilitate Miste, in cui sono presenti sia unità di produzione sia unità di consumo. La Delibera 300/2017 di Arera, che rappresenta il punto di riferimento regolatorio sui nuovi servizi di dispacciamento, fa riferimento ad unità “virtuali”, nel senso che l’aggregato viene equiparato ai fini del dispacciamento ad un’unica unità, anche se non da un punto di vista fisico. Attraverso i loro impianti, o parti di essi, le aziende possono mettere a disposizione la propria flessibilità con i cosiddetti piani di modulazione.

A dicembre 2021, secondo dati Terna, risultavano qualificate più di 220 UVAM con una potenza di circa 1280 MW e 1072 POD (Point of Delivery) coinvolti. In particolare, nel corso del 2021 si sono per la prima volta qualificati anche impianti di accumulo, sia stand-alone che di piccola taglia, abbinati ad impianti di fotovoltaico domestico. A seguito delle aste del dicembre 2021, risultavano assegnatari di capacità 17 diversi BSP (Balancing Service Provider), responsabili delle prestazioni dei servizi negoziati sul mercato dei servizi.

UVAC e UVAP cosa sono?

Le Unità Virtuali Abilitate di Consumo (UVAC) sono caratterizzate dalla presenza delle sole unità di consumo. La condizione necessaria per partecipare a tale mercato è la disponibilità di una UVAC con una quota minima di potenza flessibile e interrompibile con preavviso (di 15 minuti) pari a 1 MW. Ogni impresa può partecipare tramite un operatore in grado di coordinare più imprese che, avendo i requisiti tecnici, sono disponibili a mettere al servizio della rete la propria flessibilità nel modulare i consumi, al fine di raggiungere tale limite di consumo regolabile. Si parla poi di Unità virtuali abilitate di produzione (UVAP) quando sono presenti le sole unità di produzione, inclusi i sistemi di accumulo.

a cura della redazione di e-gazette