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Etichetta energetica, la Commissione industria Ue accoglie revisione

Si tornerà alle classi energetiche da A a G. Approvata la bozza che punta a correggere il fenomeno di eccesso nelle classi alte

La Commissione energia-industria (ITRE) del Parlamento europeo ha espresso parere favorevole alla bozza modificata della Direttiva quadro sull’etichettatura energetica proposta dalla Commissione europea un anno fa, che ne semplifica enormemente la classificazione tornando alla versione da A a G. 
Nell’occasione è stato approvato il documento “Un nuovo quadro sull'etichetta energetica” che punta a correggere il fenomeno, presente in alcuni settori merceologi di sovrappopolamento delle classi energetiche alte (A+, A++, A+++), che ne rende vana la classificazione, come avviene ad esempio negli elettrodomestici. 
La revisione, giustificata per alcune categorie di prodotti, eviterà in tal modo di depotenziare la grande novità dell’etichetta introdotta solo otto mesi fa, a settembre, per il comparto del riscaldamento e della produzione dell’acqua calda sanitaria. Il Parlamento europeo ha affermato la necessità di tenere conto delle specificità dei singoli settori: quello del riscaldamento, per esempio, non conosce il sovrappopolamento delle classi più elevate. Il testo dovrà essere ora approvato definitivamente dal Parlamento in seduta plenaria.
“Abbiamo rivisto la bozza iniziale con il Consiglio europeo e il nostro Governo e con i vari europarlamentari italiani, il cui ruolo è stato fondamentale. L’Italia ha fatto da guida con il coinvolgimento di varie aziende - dice Alberto Montanini, Presidente Assotermica/ANIMA - . Il Parlamento ha saputo accogliere le proposte del settore per promuovere tutte le soluzioni di efficienza energetica. Si tratta di un riconoscimento della specificità degli apparecchi rappresentati da Assotermica. L’etichetta energetica per noi è fondamentale. Se fosse stata approvata, la prima bozza avrebbe cancellato in un sol colpo tutti gli sforzi fatti per raggiungere un equilibrio tra informazione al consumatore, sviluppo dell’innovazione e protezione degli investimenti. Ora possiamo sfruttare questi anni di stabilità per far capire meglio anche quali sono gli obiettivi dell’etichetta, tenendo conto che per noi l’etichetta c’è da solo otto mesi, ma il nostro settore pesa per il 40% sui consumi europei”.

A cura di www.e-gazette.it