Siccità, Po e Arno a –30%, in Basilicata mancano 10 milioni mc

Diverse le zone del distretto padano a rischio siccità. Recuperare tutte le acque che cadono è la vera sfida per il Paese

Nonostante i temporali di questi giorni, sono crollate le portate dei corsi d’acqua nel bacino del fiume Po, dove si rilevano temperature fino a 3 gradi superiori alla media degli scorsi 20 anni: i cali più evidenti si registrano coi fiumi Maira e Tanaro, in Piemonte, mentre in Emilia il Savio scende ancora e le portate dell’Enza sono ben sotto il minimo storico. Diverse le zone del distretto padano a rischio siccità: il Biellese, l’Astigiano, il Cuneese e la città di Torino, in Piemonte; la Romagna e le zone del Delta Po (Ferrara e Rovigo), dove aumenta la minaccia d’intrusione del cuneo salino; sotto osservazione sono le zone emiliane del Piacentino e del Parmense; in Lombardia è drastico il calo della riserva idrica: - 8,5% nella scorsa settimana (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale Fiume Po).

L’allarme idrico

È allarme idrico anche per il Grande Fiume che, ovunque in calo, è al 30% della portata storica al rilevamento di Piacenza, per poi procedere con portate abbondantemente dimezzate fino alla foce (fonte: Arpae). Causa di tali criticità è soprattutto la mancanza di precipitazioni: le piogge, infatti, segnano -34% (ca. -116 millimetri) sulla media emiliana degli scorsi 20 anni, raggiungendo punte di -50% in Romagna e sui rilievi del Bolognese. Sulla zona dei bacini montani romagnoli, da inizio anno idrologico sono caduti finora 732 millimetri di pioggia: tale quantità in anni recenti è superiore solo a quella registrata nel siccitoso 2017 ed è inferiore di ben 195 millimetri a quanto registrato nel 2018.

Il Centro e il Sud

Restano sostanzialmente stabili le portate dei fiumi nel Lazio, mentre sono in calo i livelli dei laghi di Bracciano e soprattutto di Nemi (-12 centimetri in una settimana), dove in giugno sono caduti soltanto mm. 17,6 di pioggia. La mancanza di piogge è anche alla base della situazione deficitaria per i volumi idrici trattenuti nella diga di Penne in Abruzzo, calati di quasi 2 milioni di metri cubi in un mese e praticamente dimezzati rispetto agli anni scorsi: oggi sono Mmc. 3,93 ma erano Mmc. 7,66 nel 2018 e addirittura Mmc. 9,5 nel 2016. In Campania, i fiumi Sele, Volturno e Garigliano sono in calo, ma restano sopra la media del recente quadriennio; diminuiscono le disponibilità idriche negli invasi del Cilento. In Basilicata, i bacini segnano -10 milioni di metri cubi in una settimana (erano -7 nella stessa settimana 2020), mentre la disponibilità idrica negli invasi di Puglia è calata di oltre 15 milioni di metri cubi in 7 giorni. Infine, l’estate 2021 pare destinata ad essere una delle stagioni più siccitose del recente decennio in Sicilia.

A cura di www.e-gazette.it