Indoor air quality, ora si studia l'inquinamento negli uffici

Lo studio sugli inquinanti nei luoghi di lavoro coinvolge Enea, Sapienza Università di Roma, Università di Cagliari e Cnr

Valutare gli effetti sulla salute dei livelli di particolato atmosferico in relazione al microclima nei diversi ambienti di lavoro al chiuso. È questo l'obiettivo dello studio avviato dall'Inail con Enea, Sapienza Università di Roma, Università di Cagliari e Cnr che si occupa della concentrazione degli inquinanti, i quali possono variare nel tempo e dipendere non solo dalla natura delle sorgenti ma anche dalla ventilazione, dalle abitudini e dalle attività svolte dagli occupanti stessi. Uno studio importante, se si pena che ad oggi nei Paesi industrializzati e, in particolare, negli ambienti urbani la popolazione trascorre più del 90% del proprio tempo in ambienti chiusi, ossia nelle abitazioni, ufficio, in auto e nei luoghi di istruzione come scuole e università. 

Inquinamenti indoor e salute

Si tratta di una nuova indagine scientifica nell'ambito del nostro progetto “VIEPI - Valutazione Integrata dell'Esposizione al Particolato Indoor” che si occupa di studiare le correlazioni esistenti tra le misure di particolato atmosferico e le condizioni micro climatiche negli ambienti indoor, per la comprensione delle implicazioni legate alle esposizioni lavorative", sottolinea Armando Pelliccioni, ricercatore dell'Inail e coordinatore scientifico del progetto VIEPI. "Negli ultimi anni è emersa l'esigenza di approfondire le conoscenze sull'inquinamento indoor, soprattutto di fronte all'aumento di evidenze scientifiche sugli effetti dannosi per la salute dell'uomo. E per questo - sottolinea il ricercatore dell'Inail - abbiamo deciso di approfondire ulteriormente questo aspetto dell'inquinamento dando il via a una nuova collaborazione, che prevede uno studio integrato dell'esposizione dei lavoratori al particolato atmosferico in ambienti indoor, con la simulazione numerico-sperimentale di campi fluidodinamici e di concentrazione, in scala reale e di laboratorio, e la caratterizzazione chimica, morfologica e tossicologica del particolato fine ed ultrafine". 

La minaccia del particolato ultrafine

L'inquinante indoor che sarà studiato nell’ambito del progetto è il particolato ultrafine, la frazione dimensionale che merita maggiore attenzione per la sua capacità di penetrare nel corpo umano colpendo diversi organi, come polmoni, cuore, fegato, reni e cervello. Queste particelle, costituite da un complesso cocktail di componenti chimici, possono esercitare la loro azione tossica sugli organi bersaglio e provocare una serie di patologie importanti perché generano stress ossidativo, indebolimento delle difese immunitarie e aumento delle infiammazioni delle vie aeree e dell'organismo in generale. Inoltre, di recente è stato messo in luce che anche la presenza e il movimento degli individui costituiscono una sorgente importante di particolato indoor, che si aggiunge alle altre sorgenti interne e alle infiltrazioni provenienti dall'esterno, in particolare dal traffico veicolare. Gli individui costituiscono, quindi, sia una fonte sia un recettore dell'inquinamento stesso. Il team di ricercatori ENEA è già al lavoro in laboratorio per la coltura in vitro di cellule bronchiali umane sane; una volta pronte, le colture cellulari saranno trasferite in un'aula di università, attraverso un espositore portatile, e "respireranno" per un intero giorno la stessa aria di studenti e professori. "Utilizzeremo una tecnica innovativa nel campo della tossicologia ambientale in vitro, che permette un contatto diretto del sistema cellulare con l'aria dell'ambiente. In questo modo, riusciremo a studiare la potenziale tossicità di inquinanti ambientali in condizioni di reale esposizione umana e non più solo in laboratorio", spiega Grollino. 

Le cellule in laboratorio

Le cellule bronchiali torneranno poi in laboratorio, dove il team di ricerca ENEA svolgerà test biochimici e molecolari per analizzare la risposta tossicologica legata all'esposizione all'inquinamento indoor, attraverso la valutazione dell'espressione di geni legati a stress ossidativo, infiammazione e risposta a composti organici. Questo permetterà ai ricercatori di comprendere il potenziale impatto nocivo dell'inquinamento indoor sulla salute, mettendo in correlazione le risposte biologiche messe in atto dalle cellule bronchiali e le caratteristiche chimico-fisiche del particolato. 
 

A cura di www.e-gazette.it